giovedì 22 ottobre 2015

Le mie recensioni #22 “Un diverso sentire” di Véronique Poulain -Corbaccio-

Buon giovedì lettori, sto cercando di rimettermi in pari con le recensioni, cosa possibile solo per qualche giorno, perché poi l’ennesimo libro si adagerà comodamente sulla pila qui accanto alla tastiera, ma almeno ci provo e vi lascio con la recensione di un piccolo libro molto “pesante” come contenuto.
Buona lettura!                                                                                                                                          
Titolo: Un diverso sentire/Autore: Véronique Poulain / Editore: Corbaccio                                    
In libreria: ottobre 2015 / Pagine: 137 / Prezzo: 14 €
9788863809923_un_diverso_sentireSinossi: «Salve, banda di rompicoglioni!» Saluto così i miei genitori quando torno da scuola con qualche compagno. Loro non mi credono quando dico che i miei genitori sono sordi e così lo dimostro. «Salve banda di rompicoglioni!» E mia madre mi viene incontro e mi abbraccia teneramente. Véronique Poulain racconta con una miscela di umorismo corrosivo e di introspezione psicologica la sua infanzia e adolescenza in famiglia, con il padre sordomuto; la madre sordomuta, lo zio sordomuto. Racconta la vita quotidiana, le vacanze, la vita sociale, le relazioni intime… Di una relativa estraneità fra due mondi (quello dei suoi genitori e il suo) fa una ricchezza; di quello che potrebbe sembrare un dramma fa una commedia. Di una famiglia differente, fa un libro diverso da tutti gli altri.










11291873_1444218029227414_89963258_n (1)
Il pensiero di Cuore
Ho acquistato questo libro aspettandomi di leggere una storia dolcissima sul rapporto difficoltoso ma eccezionale tra due genitori sordi e la figlia udente, ero totalmente o quasi fuori strada, perché qui di dolcezza ce n’è molto poca, ma la determinazione e il coraggio sono l’ingrediente essenziale di questa piccola autobiografia.
L’autrice si racconta in queste poche pagine, ci narra di un’ infanzia e un’adolescenza particolari, diverse da quelle dei suoi coetanei: “sentire” in una famiglia di sordomuti è un’ardua impresa.
Véronique, figlia di sordomuti, nasce e cresce in un periodo in cui le persone affette dall’ handicap della comunicazione vengono emarginate, non esistono strutture idonee, non esiste il linguaggio dei segni vero e proprio, ma solo un gesticolare incomprensibile a chi sente e parla. Una sorta di ignoranza e di inconsapevolezza verso la quotidianità delle persone comuni, avvolge l’esistenza dei “diversi”, che fanno di ciò uno scudo, la difesa personale dall’indifferenza che viene riservata loro dagli udenti.
Vèronique può piangere, sbraitare, urlare a squarciagola, tenere il volume dello stereo al massimo che nessuno la sente, se ha fame, se ha sete è un’ impresa farsi capire, i sottotitoli ancora non esistono e i film è costretta a guardarli cercando di spiegare ogni scena ai genitori, che anche nella loro imbarazzante intimità rendono partecipe la figlia che cerca di dormire nella stanza accanto. Véronique non può avere le confidenze che tanto desidererebbe avere con sua madre e anche il semplice chiamarli diventa estenuante: aspetta che si girino e la guardino, oppure da un colpetto sulla spalla, accende e spegne la luce, gli  lancia contro un oggetto, a seconda delle situazioni…Tantissime le limitazioni di un rapporto che porta con sè un bagaglio di difficoltà che sembrano insormontabili, un silenzio che fa un rumore così forte da essere assordante, angoscia e impotenza mi hanno letteralmente aggredita leggendo.
Orgoglio, vergogna e rabbia, sono le parole di cui l’autrice si serve, ciò che ha avvolto la sua adolescenza, un’autobiografia che sdrammatizza con ironia e smussa gli angoli di un’esperienza di vita complicata, durissima, una vita silenziosa che ti plasma l’anima rendendola forte e urlante, indirizzandola verso uno scopo, inventare “un diverso sentire” e rendere degna di questa parola la vita dei non udenti amalgamandola a quella degli udenti.
Peccato per le poche e scarne pagine, non mi sarebbe dispiaciuto se questo libro fosse stato un pò più ricco nelle argomentazioni, risulta infatti troppo sintetico e riassuntivo, diciamo che va dritto al punto, ma personalmente adoro i particolari e le descrizioni, cosa che purtroppo non ho trovato qui, ma a prescindere da questo è una lettura che insegna e ci avvicina ad una realtà ignota, a noi che viviamo di parole.
voti3
Cuore Appagato
camomillaDillo con un fiore:  Camomilla, la forza nelle difficoltà
L'ultima misura di un uomo non è la sua posizione in momenti confortevoli e convenienti, ma la sua posizione in tempi di sfida e di controversie.”  -Martin Luther King-
 
Lasciate il vostro pensiero, sarò felice di leggervi, buona giornata e a prestissimo!
                                                                                                 firma francy

6 commenti:

  1. In genere non amo le biografie ma questo libro sembra carico di emozioni, me lo appunto!
    Bella recensione :*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Sara! Nemmeno io le amo, ma l'ho scoperto leggendo e non mi sono per niente pentita dell'acquisto :-)

      Elimina
  2. Io sono cauta rispetto le autobiografie, ho paura che mi angoscino, deve essere un libro forte da cui imparare, uno di quelli che ti sveglia con uno schiaffo e credo vada letto nel suo momento giusto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono daccordo Nunzia, diciamo che lo stile di questa autrice smorza un po'quella sensazione di impotenza, per me era il momento giusto.

      Elimina
  3. Libro intenso e difficile che hai elaborato perfettamente nella tua recensione :)

    RispondiElimina