venerdì 3 luglio 2015

Le mie recensioni #5 "Fiore di fulmine" di Vanessa Roggeri

Recensione "Fiore di fulmine" di Vanessa Roggeri
 
Buongiorno lettori! Finalmente venerdì, giorno della settimana in cui sono sempre di buon umore, l'ultimo lavorativo, e giorno di recensione sul blog.
Il libro di cui voglio parlarvi oggi, omaggio della casa editrice Garzanti, è il secondo lavoro dell'autrice, che aveva esordito con "Il cuore selvatico del ginepro", dalla trama misteriosa e intrigante, ma devo ammettere che "Fiore di fulmine" è ancora più bello e ricco dal punto di vista emotivo.
 
Scheda del libro
Titolo: Fiore di fulmine
Autore: Vanessa Roggeri
Casa editrice: Garzanti
Pagine: 280
Data di pubblicazione: maggio 2015
Prezzo: 16.40 €
Sinossi:È quasi sera, quando all'improvviso il cielo si fa livido mentre enormi nuvole nere galoppano a colorare gli ultimi raggi di sole. Da sempre, la prima cosa da fare è rintanarsi in casa, coprire gli specchi e pregare che il temporale svanisca presto. Eppure la piccola Nora, undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai visto, non ha nessuna intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il vento che soffia sempre più forte e correre sulla cima della collina. È appena arrivata sotto una grande quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Per tutto il piccolo villaggio sardo dove è cresciuta la bimba è morta. Ma non è quello il suo destino. Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. Non sua madre, con cui amava ricamare la sera alla luce fioca di una candela, né i suoi fratelli, adorati compagni di scorribande nei boschi. C'è un nome per quelle come lei, bidemortos, coloro che parlano con i morti, e tutti ne hanno paura. È diventata una reietta, una maledetta. Nel piccolo paese sardo non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un convento, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di dolore, mentre aspetta invano che qualcuno torni a prenderla. Finché un giorno, una donna vestita di nero, elegante e altera, si staglia sulla soglia del convento. È Donna Trinez, una ricca viscontessa. Lei conosce la storia di Nora e sa cosa significa perdere una parte della propria anima. Per questo ha deciso di aiutarla contro tutte le superstizioni. Perché uno sguardo buono e una carezza possono far rifiorire anche un cuore ferito…
Questa è la storia di una scelta difficile che va oltre le decisioni del cuore.
È la storia del coraggio di una bambina e della forza di una donna.
È la storia di una condanna e della capacità di rinascere alla vita.
Dopo Il cuore selvatico del ginepro, strepitoso successo del passaparola per settimane nella classifica dei bestseller, Vanessa Roggeri ci regala un romanzo che ci trascina nella parte più segreta della nostra anima. Quella piena di passione, tormento e voglia di vivere. Ad ogni costo.
Il pensiero di Cuore
Monte Narba, Sardegna 1899. L'ambientazione suggestiva del villaggio minerario, fa da sfondo alla storia dell'impavida Nora Musa, che all'età di nove anni, si inoltra nel bosco a ridosso del villaggio, dimenticando le parole di nonna Remedia, che da sempre predica che i temporali non sono da sottovalutare e quando il cielo si copre di nubi nere, è meglio ripararsi in casa.
Sotto una grande quercia un fulmine colpisce Nora, trapassandole il corpicino e lasciandola inerme.
Ma il dolore per la perdita della piccola Nora dura il tempo di una notte, perché la bambina è  rediviva.
Lo sgomento della famiglia e degli abitanti è giustificato, ma ancor più la consapevolezza del fatto che Nora non è più la stessa, qualcosa in lei è mutato.
Il fulmine che l'ha trafitta, ha inciso una cicatrice che sembra una radice, di un rosso vivo, che ricopre tutta la parte sinistra del corpo, dal collo alla caviglia.
Ma il pegno da pagare per avere restituita la vita non è solo un solco vibrante nella carne, ma l'essere diventata una bidemortos, perché ora, Nora, vede le anime dei defunti.
Ingenuamente, la bambina, rivela alla famiglia di avere avuto contatti con il padre Antonio, morto in miniera, ottenendo l'allontanamento dal villaggio.
Approda a Cagliari, in un istituto di orfanelle dove si fa donna, vivendo nella solitudine e sperando invano che la sua famiglia torni a prenderla.
Finchè un giorno, Donna Trinez, una dama della carità, attirata dalla personalità di Nora, la accoglie in casa sua come domestica.
Sarà proprio qui, in questa grande casa misteriosa e abitata dai vivi che si mescolano ai morti, che Nora imparerà a conoscere l' ereditata ricevuta dal fulmine, e vorrà ad ogni costo svelare il  mistero di Rosa.
L'autrice ha un dono speciale, che è quello di narrare i fatti con un linguaggio curato, raffinato e delicato, le minuziose descrizioni creano bellissime immagini che scorrono durante tutta la lettura come tante slide che arricchiscono la narrazione.
I personaggi ben definiti diventano compagni che ci prendono per mano ad uno ad uno e ci guidano fino alla soluzione del mistero, con un finale che si intuisce solo a poche pagine dalla fine, mantenendo quella suspense che accompagna tutta la narrazione.
Una lettura che non posso fare a meno di consigliare, atmosfere intriganti e una storia dove ancora una volta il personaggio femminile, si è annidato in un angolo del mio cuore.
 
Cuore gioioso
 
Appunti nel cuore: Aggirandosi nell'intricato giardino della dimora di Donna Trinez, Nora si perde nella profondità della chioma di un albero, un ficus magnolioide, detto anche albero stritolatore.
Resta senza fiato alla vista del tronco di donna avviluppato per metà, diventato parte integrante dell'albero.
Il ficus magnolioide è una pianta tipica delle foreste pluviali e, in questo ambiente, si accresce spesso in forma di rampicante parassita. Infatti, quando germina sul ramo di un albero, propaga le sue radici attorno al tronco dell'ospite, soffocandolo ed eventualmente uccidendolo per soppiantarlo e prenderne il posto, da cui il nome comune di albero stritolatore.
 
Dillo con un fiore: Il Crisantemo  è il fiore che ho scelto per rappresentare questo libro, che significa verità. Nora, dovrà svelare il mistero della morte prematura di Rosa e scoprire cosa l'ha portata a fare ciò che ha fatto, una verità camuffata da un amore inaccettabile.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


10 commenti:

  1. Ciao Cuore! Bellissima recensione, mi piace tanto la parte Dillo con un fiore ^-^ Comunque ancora non ti ho detto quanto mi piaccia l'immagine nel titolo del blog! È stupenda!!

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    1. Oh ma grazie cara, non sai quanto mi faccia piacere :-)

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  2. In genere i romanzi ambientati nel passato non mi piacciono granché ma questo non sembra male.
    Curiosa di leggere il tuo parere su "Quando meno te lo aspetti", l'ho trovato proprio ieri nella cassetta della posta! ;)

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    1. Ciao Sara! Spero di finirlo nel weekend sotto l'ombrellone!

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  3. Hai ragione!! Ma quanto sono belle le atmosfere di questo libro??

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    1. Trovo che la Roggeri sia una maestra nel ricreare ambientazioni uniche.

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  4. Concordo! La Roggeri ha la grande capacità di coinvolgere il lettore pur raccontando storie non proprio recenti!

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  5. Devo ringraziare te, che mi hai stressata per leggere il suo primo lavoro!

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  6. Io l'ho amato tantissimo, anche più del primo.
    Lea

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    1. Anch'io Lea! Questo è più maturo e molto meglio sviluppato

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