martedì 24 novembre 2015

Le mie recensioni #27 “Marta nella corrente” di Elena Rausa / Neri Pozza

Buona sera lettori dalla vostra stravoltissima Cuore, deisderosa che questa settimana passi velocissima, perché sabato sarà un gran giorno, festeggeremo i due anni di Daniele, quel terremoto del mio nipotino, e mio figlio Antonio disputerà una partita importante, quella che decreterà il vincitore del campionato giovanissimi del nostro paese, mi raccomando incrociate qualsiasi cosa possibile, un pizzico di fortuna non guasta!

Ma parliamo di libri, e lo facciamo con l’ennesima chicca consigliatami da Massimo, il mio insostituibile libraio, Marta nella corrente, un gioellino tra i Neri Pozza, non vedevo l’ora di condividere con voi il mio pensiero, buona lettura.

368d790526c6631cfb9ed0a42f34d28eTitolo: Marta nella corrente / Autore: Elena Rausa / Editore: Neri Pozza

In libreria: ottobre 2014 / Pagine: 272 / Prezzo:  16.50 €

Sinossi: I festeggiamenti per la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio impazzano ancora nel torrido pomeriggio del 1982 in cui Aldo Fantini riceve la visita della polizia. Sessant’anni appena toccati, Fantini si stava preparando il suo caffè pomeridiano con la meticolosa cura di chi è da due mesi in pensione, quando si ritrova al cospetto di un poliziotto alto e magro che, con una voce che suona lontana come in un incubo, gli annuncia che Bruna Fantini, sua figlia, è deceduta in compagnia di un amico in un incidente d’auto lungo un grande viale di Milano.
Con lo stesso tono, il poliziotto aggiunge poi che nell’appartamento di Bruna Fantini è stata ritrovata sola, e naturalmente ignara dell’accaduto, la figlia della giovane donna, una bambina di nome Marta.
Sono dieci anni che Aldo Fantini non ha più notizie di Bruna, precisamente dal momento in cui la scomparsa della moglie ha significato anche l’allontanamento di casa della figlia. Ignorava così tutto della vita di Bruna, in primo luogo che avesse a sua volta una figlia e che lui fosse diventato nonno.
Dolore e compassione cancellano tuttavia le colpe e i torti degli anni, e così l’uomo non esita a prendersi totalmente cura della nipote. Ne chiede l’affidamento e, dopo essersi recato a casa della figlia, recupera vestiti, bambole, scatole di perline, cassette di lacca rossa per cercare di alleviare sofferenza e solitudine della bambina.
Ma è un nonno che Marta non ha mai conosciuto, un estraneo per la ragazzina. Il destino, però, si sa, tesse segretamente i suoi fili, e li svolge secondo misteriose affinità. Marta viene affidata alle cure della dottoressa Emma Donati, che non è soltanto un’esperta psicologa.
Come Marta, un mucchietto d’ossa di sette anni che, con i muscoli tesi, non risponde a nessuno e reagisce alla morte della madre col silenzio ostinato di chi vuole negare la perdita, così Emma Donati è segnata dalla volontà di sfuggire il dolore attraverso il silenzio e la negazione. Sopravvissuta ad Auschwitz, ha nascosto per anni una ferita indelebile che le è stata inferta durante gli anni di prigionia. Una ferita che, al cospetto del senso di colpa di Marta per la tragedia di cui si sente responsabile, sanguina di nuovo e richiede una definitiva guarigione.
Con una scrittura impeccabile e attenta ai dettagli, e uno sguardo che spazia dal dramma della Shoah alla Milano degli anni Ottanta, Marta nella corrente svela il talento di una scrittrice capace come pochi di dar voce con grazia alle emozioni e ai moti più intensi dell’animo.

11291873_1444218029227414_89963258_n (1)

Il pensiero di Cuore

Aldo Fantini, è un uomo solo, un vedovo in pensione, e in quel pomeriggio afoso del 1982, davvero non immagina cosa lo aspetta. Infatti non sono testimoni di Geova quelli che suonano ripetutamente il campanello, ma è l’ispettore Zandonà della Polizia di Stato che gli porta notizie di Bruna, la figlia che non vede e con cui non parla da moltissimo tempo.

Bruna è morta in un incidente la notte scorsa e nel suo appartamento di Milano, oltre ai suoi oggetti personali c’è Marta, sua figlia di sette anni, nipote che Aldo non sapeva nemmeno di avere.

Marta si chiude in sè stessa, non ha voglia di parlare, non ha voglia di raccontarsi, vuole solo vivere di pensieri, di quei ricordi che la tengono legata alla sua vita a Framura, una vita che amava, circondata da persone che erano per lei una famiglia, e che Bruna ha deciso improvvisamente di cancellare per perdere sè stessa nel rapporto scadente con un uomo manesco.

Aldo vuole a tutti i costi rimediare agli errori commessi nei confronti della figlia, vuole adottare la nipotina e riscattarsi, ma Marta ha innalzato un muro tra lei e il mondo circostante, vuole farsi dimenticare con il suo silenzio, ed è qui che entra in gioco Emma Donati, colei che non racconta mai bugie ai bambini, li tratta alla pari degli adulti, colei che sa ascoltare.

Emma è un’affermata psicologa , con un pesante vissuto alle spalle, sopravvissuta ad Auschwitz, porta addosso ancora i segni di quell’esperienza terribile, un dolore che si è annidato in un angolino del suo cuore obbligandola ad una totale chiusura, e che come Marta, sceglie il silenzio per sottrarsi alla sofferenza.

Questa reazione al dolore che le accomuna, si rivelerà la chiave giusta che aprirà le porte del cuore di Marta ed Emma, facendo si che due anime tristi e cupe possano intravedere un bagliore rassicurante.

Lo stile delicato di Elena Rausa mi ha avvolta come una morbida coperta, la semplicità del lessico, profondo al tempo stesso è disarmate; bellissimi i passaggi in cui l’autrice narra gli incontri tra Emma e Marta, prima lontane poi sempre più vicine, fino a raggiungere l’equilibrio delle emozioni con una singolare partita a scacchi.

Ottima l’idea dell’autrice di assegnare ogni capitolo ad un personaggio, in modo da permettergli di raccontarsi al lettore, creando un’atmosfera amichevole; il passato malinconico e il presente commovente ma pieno di speranza, le riflessioni di Marta, Emma che racconta la guerra, i rimpianti e la solitudine di Aldo, sono gli ingredienti che rendono bella quest’opera e che mi danno la certezza di dispensare un buon consiglio: lasciatevi trascinare dalla corrente, non vi deluderà.

voti4                                                                 Cuore gioioso

Appunti nel cuore:

        baita_150CIS                 chalet-con-camino

Una mulattiera nel bosco riconduce ad una baita, un luogo tranquillo, lontano da tutto il resto, dove poter passeggiare e leggere in silenzio, un luogo dove è possibile alleggerire il peso degli eventi, una coppia di amici con cui condividere una cena, un calice di vino e tante parole. Il luogo preferito di Emma.

Narciso - Nuovi iniziDillo con un fiore: Narciso, Nuovi Inizi

“Non devi essere grande per iniziare, ma devi iniziare per essere grande.” Les Brown

Conoscete questo libro? Che ne pensate? Fa per voi? Come sempre aspetto i vostri pareri, intanto vi auguro buone letture e buona notte.

firma francy

5 commenti:

  1. questo libro mi incuriosì quando uscì, salvo poi bypassarlo per ragioni diverse; ma devo ricordarmene ...! ;))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo non è una lettura leggera, ma trasmette speranza e buoni sentimenti, per questo vale la pena affrontarla.

      Elimina
  2. Non lo conoscevo ma sembrerebbe un libro realmente educativo. Mi incuriosisce molto.

    Ti lascio il link di un'iniziativa natalizia a cui ho partecipato http://avidolettore.blogspot.it/2015/11/link-party-christmas-edition.html. Se vuoi potrai promuovere il tuo blog ;)

    Spero che la tua settimana non si riveli poi così brutta!

    RispondiElimina
  3. Buon pomeriggio Cuore! Non conoscevo questo libro e bravo il tuo librario, ti ha consigliato veramente un bel libro! Interessante la sinossi e coinvolgente la tua recensione, penso che il rapporto tra Marta e Emma riserva qualche sorpresa... non nascondo che mi piacerebbe leggerlo!!!

    RispondiElimina