martedì 14 giugno 2016

Recensione #57 "La stagione del sangue" di Samuel Bjork *Longanesi*

La stagione del sangue - Samuel Bjork
Longanesi - 28 aprile 2016
Pagine 208 - Prezzo 18 €
Sinossi: In una bella mattina di sole, sulle sponde del fiordo a sud di Oslo, in una radura tra boschi accesi dai colori autunnali, viene trovato il cadavere di un’adolescente. È nuda, magrissima, distesa su un letto di piume. Intorno a lei una schiera di candele disposte a formare una stella a cinque punte. Non appena si trova davanti questa scena, Holger Munch, il capo dell’unità speciale incaricata di risolvere i delitti più efferati e misteriosi, sa di non avere scelta: dovrà rivolgersi a Mia Krüger. Mia però è fuori dalla squadra. Nonostante i suoi successi, nonostante sappia orientarsi come nessun altro nei meandri oscuri delle menti criminali, i dirigenti della polizia norvegese continuano a ritenerla troppo instabile per affidarle nuovi casi. Perciò hanno deciso di sospenderla dal servizio e le hanno imposto di rivolgersi a uno psicologo, un provvedimento che l’ha fatta di nuovo sprofondare nell’isolamento e nelle manie autodistruttive da cui era da poco riemersa.
Ma Holger Munch sa che solo Mia può interpretare il rituale di cui è caduta vittima la ragazza e impedire che chi l’ha sacrificata colpisca ancora. E a costo di inimicarsi i suoi superiori, la richiama nella sua squadra.
Inizia così un’incalzante caccia all’uomo, che porterà Mia, Holger e i colleghi a scavare nei segreti inconfessabili di una città apparentemente perfetta, nei traumi di persone sole e abbandonate da tutti, negli abissi della follia e nei recessi più oscuri della rete, mettendo in gioco fino in fondo le proprie carriere, i rapporti personali e persino la vita.

Buona sera lettori! Su coraggio siamo quasi metà settimana, io sono nel pieno dei preparativi pre-partenza, il conto alla rovescia procede e a quest'ora posso saltellare esultando  -2!!!
Oggi vi propongo il mio pensiero riguardo ad un thriller "tutto nordico" edito da Longanesi, che ringrazio per la copia digitale omaggio, inviatami in cambio di una recensione onesta.

Premetto che La stagione del sangue è il secondo episodio che vede protagonista il detective Holger Munch, nato dalla penna di Samuel Bjork nel thriller "La stagione degli innocenti".
I due romanzi sono in un certo qual modo indipendenti uno dall'altro, in quanto ritroviamo alcuni personaggi comuni, ma le situazioni che li riguardano vengono richiamate anche nel secondo, permettendo al lettore che non ha letto il primo di non perdersi, in oltre sono autoconclusivi per quanto riguarda la risoluzione dei casi di omicidio.
Amo i nordici, quindi armata di altissime aspettative ho intrapreso il viaggio verso Oslo, che purtroppo si è rivelato non del tutto soddisfacente.
Svariate le scelte dell'autore che non ho condiviso e altre che ho trovato molto buone, ma non abbastanza per decretarla una lettura nelle mie corde.
La situazione che si presenta agli occhi del lettore è la medesima che si trova in moltissimi thriller e gialli: personaggi con problemi familiari più o meno gravi e un vissuto pesante alle spalle.
Credo che sia fondamentale dar vita a situazioni difficili riguardanti i personaggi, per lo meno quelli principali, il lettore è attratto da questo particolare, l'empatia è immediata, se gestito con equilibrio, cosa che qui non ho riscontrato.
Holger Munch è divorziato da dieci anni, sua moglie l'ha lasciato accusandolo di trascurare la famiglia per il lavoro.
Holger è ancorato al passato, spera ancora di ricongiungersi alla famiglia, ma effettivamente in questi anni non ha mai fatto nulla per riconquistare la moglie Marianne, fuma continuamente è in sovrappeso e passa la sua vita tra centrale e scene del crimine.
Introverso, serioso e ombroso, l'ho trovato decisamente fuori dai miei canoni di detective da "amare".
La sua protetta si chiama Mia Kruger, è un ottimo agente, perspicace e intuitiva, analizza le prove scovando particolari che agli altri sfuggono.
Fantastico mi son detta, un personaggio femminile di quelli che piacciono a me! No, assolutamente.
Cosa c'è che non va in lei? E' stata sospesa dal servizio per aver sparato e ucciso con due colpi d'arma da fuoco l'assassino della sua gemella, dieci anni prima, durante l'arresto.
Mia non ha mai superato la morte della sorella, beve troppo ed esagera con le pillole.
Holger Munch le ha salvato la vita due volte, e all'insaputa di tutti e senza un reintegro ufficiale nella squadra, la coinvolge nell'indagine in corso.
Due modelli decisamente da evitare direi, voi che ne dite?
Due figure cupe, che mi hanno trasmesso ansia e troppa poca coerenza: insomma sono poliziotti, dovrebbero mantenere un certo decoro oltre che l'etica professionale.
Altro punto di disturbo sono i dialoghi, troncati da continui puntini di sospensione che rallentano la lettura, gli scambi risultano sterili e poco coinvolgenti; la narrazione subisce questa scelta, è piatta, troppo spesso intervallata da una "parolaccia" decisamente comune nel gergo parlato, ma di poco gusto in quello scritto; ho inoltre riscontrato alcune incongruenze, cose da poco certo, ma un lettore compulsivo è attento e non gli sfugge il fatto che una birra non può trasformarsi cinque righe dopo in uno Jegermaister senza chiarire il passaggio.
E come può una poliziotta come Mia analizzare le prove di un omicidio con una lucidità inappuntabile, sotto i fumi dell'alcol e dei farmaci? Piuttosto improbabile direi, almeno nella mia visione un pò bacchettona delle cose.
Gli altri personaggi che popolano la storia restano indifferenti nonostante siano importanti, l'autore non è riuscito a tendere quel filo invisibile e legarmi a loro, pagina dopo pagina mi sono allontanata sempre più, perdendo l'interesse per la loro vita e per l'epilogo.
Alcune idee le ho trovate vincenti, l'incipit per esempio, un flashback riguardante alcuni personaggi attorniato da un alone di mistero che superate le prime pagine ho vissuto come un tranello, in quanto l'ottimo inizio è andato perdendosi.
Originale l'ambientazione al vivaio Hurumandlet, un approdo per ragazzi in difficoltà, scenario che non mi era mai capitato di trovare, direttamente collegato a Camilla, la diciassettenne trovata uccisa nel bosco su un letto di piume, deperita e nuda, abbandonata in una posizione che ricorda un rituale.
Un altro particolare intrigante è il filmato scovato nel web e consegnato alla polizia da un hacher, che ritrae la vittima nella sconcertante condizione di prigionia subita nei tre mesi che ne precedono la morte; questo ha concesso respiro alla storia risollevandola, ma  i particolari seccanti di cui è satura sono ormai indelebili.
Un'altro dei motivi per cui la scintilla tra me e Samuel non è scoccata è senza dubbio lo stile, poco coinvolgente, troppo asciutto e diretto, "nordico" come le temperature invernali di Oslo, le descrizioni insipide, le situazioni poco chiare e ambigue, gli indizi replicati ogni pagina, non hanno giovato alla narrazione, rendendola monotona.

Un thriller nordico 
con svariati punti di forza,
velati da numerosi componenti
che non mi hanno convinta.

E voi lettori conoscete la lettura e  l'autore in questione? Fatemi sapere cosa ne pensate. A presto


23 commenti:

  1. Ciao Cuore, concordo con te. Ho letto il primo e non ho avuto alcun desiderio di approfondire. Di Salander ne esiste una sola.
    Un saluto da Lea

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    1. Ecco, ci siamo capite.
      Sai dove mi trovo ora? A casa tua a leggere il tuo pensiero su Galbraith😉

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    2. Ti ho letta! Abbiamo gli stessi orari notturni ;-)
      Lea

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    3. Eh l'unico momento libero che ho! 😉

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  2. La copertina è bella, ma non ho letto il primo romanzo. E beh, a dire il vero non saprei :(

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    1. Anche la sinossi è intrigante, ma come avrai letto dalla recensione è una lettura insoddisfacente, quindi fai bene a passare oltre 😁

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    2. Seguirò allora il tuo consiglio! :)

      Volevo invitarti qui:
      http://dreamsink92.blogspot.com/2016/06/un-anno-pieno-di-sogni-e-dinchiostro.html

      un piccolo giveway di compleanno :)

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  3. mi avevi anticipato il tuo parere telefonicamente, non mi sembra una lettura adatta a me, non amo lo stile troppo asciutto...baciii e - 2! <3

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    1. No tesorina, non credo proprio faccia per te. Che bello parlarne per telefono ;-)

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  4. Ciao cuore! Non sono in un periodo adatto per un thriller ma comunque dopo la tua recensione credo che comunque non lo prenderò neanche in considerazione mi fido assolutamente! ^_^

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    1. Ciao Ely e grazie per la fiducia :-)
      Sai che nemmeno io sono in periodo thriller? Passerà o il genere ci ha stufato? Vedremo, magari con l'inverno tornerà la voglia di leggere storie fredde

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  5. Ciao Cuore, non è un libro adatto a me per due motivi: il genere che non mi appartiene e poi ho capito di non apprezzare abbastanza gli autori nordici, mi sono sempre ritrovata libri troppo freddi, come dici tu asciutti, senza emotività...passo volentieri

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    1. No assolutamente, non fa per te Nunzia. Io li ho sempre adorati, forse è passato il loro tempo o forse è Bjork che non mi finisce...

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  6. Che peccato Cuore.. la sinossi è davvero intrigante e la cover molto bella.. Mi fido del tuo giudizio e passo oltre, concentrandomi su altri thriller più convincenti ;)

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    1. Si credo che di questo se ne possa fare a meno direi :-)

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  7. Ciao Cuore, io adoro i thriller e questo libro rientra tra le mie prossime letture. La tua recensione ha sottolineato pregi e difetti di questo romanzo che leggerò con attenzione :)

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    1. Ciao Aquila, conosco la tua passione sfrenata per i thriller e confrontarmi con te sarà molto interessante!

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  8. Non conosco questo autore e non credo che lo leggerò. Complimenti invece per il tuo blog pieno di ottimi consigli. Anche io ne ho appena aperto uno. Buona serata! Sara

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    1. Ciao Sara e grazie mille, mi fa molto piacere che apprezzi il blog, ce la metto tutta sai? Passerò presto a trovarti :-)

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  9. Non conosco l'autore in questione, però ho letto diversi thriller nordici. Di questo sottogenere, chiamiamoli così, mi piacciono molto le ambientazioni, quell'atmosfera così glaciale ha qualcosa che mi intriga. Spesso però ho avuto delusioni cocenti...Questo a dire il vero mi intriga per certi versi. Ci penserò su! Per me la cosa essenziale è una: niente scene splatter gratuite.

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    1. Paola, sei una lettrice versatile, leggi cose dolcissime e anche di questo genere un pò freddo. E' un pregio senza dubbio e se lo leggerai mi farà molto piacere sapere che ne pensi :-)

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  10. Complimenti per il blog, ti ho appena scoperta, io di Bjork avevo letto, tempo fa, il primo e devo dire non mi aveva fatta impazzire. Condivido con te il discorso sui periodi brevi e sul poco spazio dato ai personaggi secondari, più avanti proverò a leggere questo secondo capitolo. Mi sono unita ai tuoi "lettori fissi" complimenti ancora :)

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    1. Grazie mille! Mi fa molto piacere sapere che condividi il mio pensiero :-)

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