domenica 6 novembre 2016

Blogger Report #7 *Gli effetti speciali della Libreria Volante*

Buongiorno lettori! Cosa ci porta di bello questa domenica uggiosa? 
Oggi sul blog trovate il report di alcune bellissime esperienze che ho vissuto nel mese di ottobre, incontri d'autore e club libreschi alla Libreria Volante di Lecco, che una volta al mese riunisce i "fedeli" per discutere di una lettura condivisa scelta a rotazione dai tre librai: Serena, Shantala e Andrea.
Tutto il nostro sangue di Sara Taylor edito da Minimumfax è stato il protagonista del club di ottobre, qui la mia recensione.
Tutto il nostro sangue è una lettura particolare, può essere definito una raccolta di racconti uniti da un sottile filo conduttore, o un romanzo, intenso e scritto meravigliosamente bene, da una penna matura e incisiva.

Con le ragazze del gruppo, tra dolcetti, thè caldo e una bottiglia di ottimo Bonarda abbiamo festeggiato la laurea in chimica di Elisa e discusso dei vari aspetti del libro: il finale ci ha unite e divise, l'inquietudine di alcune scene ci hanno accomunate come l'empatia per i personaggi chiave della storia e l'amore immediato per l'autrice che abbiamo incontrato il 15 ottobre, momento in cui l'alone di mistero che avvolge il romanzo come un'aura si è in gran parte dipanato.

Incontro d'Autore: Sara Taylor
Ricordate Minù Pepperpot? La graziosa vecchina che diventava minuscola con il suo cucchiaio magico? Ecco, Sara Taylor è la versione giovane di una Minù con gli anfibi.
Originale ai giorni nostri per la sua "diversità", ma nel senso opposto del termine, ben lontana dal concedersi eccessi, puntualissima, senza un filo di trucco, con i capelli raccolti in uno chignon arruffato, un corpo pieno ma delicato in un abito a tinta unita verde militare, ai piedi un paio di grossi anfibi, timida e pura, Sara arriva da Londra e ci stupisce narrandoci la sua storia singolare.
Quando vi ho accennato ad una penna matura e incisiva, lo dicevo nel senso letterale del termine, perchè la giovane autrice di ventisei anni le sue storie le scrive proprio con carta e penna, il computer sarebbe una distrazione.
I discendenti di Sara affondano le loro radici nella Sicilia degli anni '60 per poi emigrare nelle Isole Shore, Virginia Occidentale, dove nasce l'autrice e dove grazie alla corrispondenza tenuta con il nonno, trasferitosi in Canada, sviluppa una straordinaria velocità nella scrittura a mano.
Studia da autodidatta e si prepara per affrontare gli esami di stato con l'aiuto dei genitori, legge tanto e subisce l'influenza di un autore dal quale trae maggior ispirazione, Italo Calvino.
Nel suo romanzo ha racchiuso l'amore per la patria, le Shore, Tutto il nostro sangue è infatti un inno verso queste terre mistiche, affascinanti, incontrollabili, dove è necessario saper "leggere le condizioni atmosferiche" per non essere spazzati via, dove i personaggi femminili sono outsider, donne che subiscono il dominio maschile, dove la lettura è condizionata da salti temporali decisivi e situazioni forti, e dove ogni capitolo è un segno di rispetto verso tutti gli autori da cui è stata ispirata.
Il suo romanzo o raccolta di racconti è stato definito un gotico americano influenzato, come afferma l'autrice, dalla scarsa ripresa in seguito alla Guerra Civile che le ha permesso di narrare nel suo libro di magia e credenze, senza offendere l'orgoglio degli abitanti delle Isole.
Tutto il nostro sangue è come un piccolo villaggio antico che racchiude tante vite legate e disunite, lasciando sospeso il lettore in una piacevole incertezza: l'autrice afferma che le migliori storie sono proprio quelle che avvolgono con un velo opaco e hanno il sapore del non detto.
L'epilogo che mi ha lasciato tanto amaro in bocca nonostante il risvolto positivo, è stato scritto per compiacere il padre che non ama le storie tristi, quindi, dopo tanta sofferenza e crudeltà maschile perchè non permettere alle Isole Shore e al sesso forte di riscattarsi con un finale surreale che riequilibra tutto?
I capitoli sembrano slegati uno dall'altro e il motivo va ricercato nel fatto che Sara ha scritto il primo, l'ultimo e quello centrale, aggiungendo gli altri solo in seguito, dei quali solo alcuni sono stati estrapolati dalla bozza originale, ma senza privare la storia della sua godibilità, dandogli invece un tocco di atipicità. Erano davvero tantissime le storie e io spero sinceramente di poterle leggere un giorno.
La sua difficoltà a capire le persone l'ha costretta a sviluppare il senso del tatto su cui fa affidamento, così anche nella scrittura, ha infatti l'abitudine di tenere vicino un cestino con della lavanda secca che può sbriciolare tra un paragrafo e l'altro, ultimando così la prima bozza del secondo romanzo. 
Impaziente aspetto, voi nel frattempo se non l'avete già fatto, procuratevi Tutto il nostro sangue per assaporare uno stile unico e un genere che si discosta in maniera netta da tutti gli altri, oserei dire nuovo, in ogni caso un esempio di creatività e grande maturità stilistica.

Incontro D'Autore: Andrea Tarabbia

Era il mio primo book club, una sera in cui tutto mi aspettavo tranne che di integrarmi alla perfezione in un gruppo di lettrici affiatate e speciali, tutte diverse, nessuna ordinaria, con tanta ricchezza d'animo e tantissimi consigli libreschi da dare! 
Stiamo imparando a conoscerci scoprendoci ogni giorno un pò, accrescendo la fiducia reciproca e condividendo esperienze, programmando eventi, tutte con lo stesso desiderio di interagire vis à vis, ciò che negli ultimi anni da lettrice mi è davvero mancato.
Una cosa è certa, la passione per i libri, la cucina e il desiderio di sperimentare ci accomuna, come quella di elargire consigli preziosi.
E proprio in quel primo book club,  "Il giardino delle mosche" di Andrea Tarabbia, edito da Ponte Alle Grazie, è capitato sul tavolo della discussione folgorandomi al primo sguardo.
L'ho fatto mio e l'ho divorato per arrivare pronta alla presentazione del 22 ottobre.
La mia opinione riguardo al libro la trovate nella recensione, per quanto riguarda l'incontro è senza dubbio stato diverso da quello con Sara Taylor, consueto, anche perchè la genialità della costruzione del testo e lo stile estroso e acuto di Andrea non hanno bisogno di parole in più; l'empatia è immediata con l'incipit e si trascina per tutta la lettura; l'incontro si è rivelato ugualmente interessante scoprendo un uomo carismatico, affascinate e spiritoso.
Ha raccontato del suo interesse per l'Unione Sovietica e della scelta di scrivere di personalità mostruose narrando in prima persona come se fosse proprio il protagonista a rivolgersi al lettore, amalgamando fatti reali e romanzati, abusi subiti e inflitti, creando una sorta di confidenza e fiducia imprescindibile tra lettore e killer, riuscendo perfettamente nell'intento.
Ci ha parlato di alcune delle parti romanzate, confermando la sua abilità nel convincere il lettore creando dettagli fondamentali per raggiungere il suo scopo, come le visioni del fratello Stephen che risuonano così reali, e per l'esercito delle piccole mosche che raffigurano le vittime ha sfruttato il passatempo di un anziano signore che costruisce e colleziona insetti di metallo. 
Con nostra grande delusione il killer non dedicava insetti alle sue vittime, ma la suggestione in questo caso è un'arma vincente, si insinua per rimanere come un tratto indelebile.
Il giardino delle mosche si è aggiudicato il terzo posto al Premio Campiello 2016, classificandosi primo al Premio Manzoni, assegnatogli a Lecco da una giuria popolare formata da cento lettori scelti dalle varie librerie.
La miglior lettura del mio 2016 fino a qui.

E' tutto lettori, vi auguro una serena domenica di letture.





7 commenti:

  1. Sono molto felice per te Francesca. Parlare di libri a distanza, dietro una tastiera e uno schermo può essere un buon compromesso, ma avere la possibilità di interagire con altre persone, guardarsi negli occhi, sentire l'entusiasmo, quell'entusiasmo tipico di un lettore, nella voce e nei gesti prima ancora che nelle parole è tutta un'altra cosa.
    Una cosa poi la devo dire: all'occhio la recente uscita di Sara Taylor, un libro che pure è rimbalzato per un po' sui blog, mi aveva lasciata abbastanza indifferente, tanto che finora non mi ero presa neanche la briga di leggere la sinossi. E poi "Il giardino delle mosche", addirittura migliore lettura del 2016? Insomma, mi hai lasciato un bel carico di spunti di lettura su cui riflettere!

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  2. Che bella esperienza! Chissà che emozione aver incontrato la mente de' "Il giardino delle mosche"! Complimenti davvero per la tua enorme passione.
    Ti mando un grande abbraccio

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  3. Ciao Cuore, concordo con quanto scrive Rosa nella prima parte e ti invidio un pochino. Ho partecipato tempo fa ad una sorta di Club del Libro, ma dopo due incontri la cosa è sfumata. Per fortuna ho sempre la mia Stefi a portata di voce e di caffè per parlare di libri...e certo, anche gli utenti.
    un caro saluto e attendo curiosa di conoscere le vostre attività future
    Lea

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  4. Che bella questa carrellata di incontri e esperienze librose! Incontrare gli autori ci fa apprezzare il romanzo da un diverso punto di vista, si scoprono tanti retroscena che neanche immaginiamo! I gruppi di lettura poi sono meravigliosi!

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  5. Che bellissima iniziativa! Anche a me piacerebbe far parte di un gruppo di lettura e pensavo di affiliarmi a quello di una biblioteca di Bologna.
    Il libro della Taylor mi intriga assai e lei mi incuriosisce molto come persona, sembra molto interessante:)

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  6. Cuore, che bellissimo post! E che incontri ^^ Ti dirò, il club libresco della Libreria Volante mi piace un sacco, che splendida adunata! Mando un saluto a tutte quante e spero di saperne ancora delle vostre letture!

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  7. Che belle opportunità, deve essere stato molto interessante! Devo trovare qualcosa di simile qua a Torino! ;)

    http://julesonthemoon.blogspot.it/

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